
Premessa.
Non sono un medico.
Non sono un giornalista.
Sono uno che si fa domande.
E cerca risposte.
Come ho spiegato nel perché questo blog, mi occupo di Marketing, ma poiché questa è casa mia e qui comando io, ed essendo io un multipotenziale, se mi va parlo anche di altro 🙂
Oggi parliamo di mascherine.
Prendo spunto da un thread letto su twitter grazie al quale mi ero annotato lo studio dell’OMS. Non ricordo di chi fosse il thread.
Proprio ieri, ho letto l’ennesima intervista in cui Fabrizio Pregliasco, uno di quelli che io chiamo TVirologi, cioè un Virologo che vive in TV, ha dichiarato al Corriere della Sera “arrivati a questo punto della pandemia indossare la mascherina sempre è da considerarsi un’abitudine sociale, un fatto educativo, uno stile che garantisce uno standard alto di attenzione. Ci consideriamo tutti potenzialmente infetti e con la mascherina garantiamo la protezione agli altri“.
Notare il sempre. Indossare la mascherina, sempre.
La domanda a cui Pregliasco rispondeva era preceduta da tutta una serie di considerazioni riguardanti il fatto – il fatto, attenzione, non l’ipotesi – che la stragrande maggioranza dei contagi avviene al chiuso.

Gli studi, ormai mastodontici, concludono che la trasmissione all’aperto è «così limitata da essere statisticamente insignificante».
Non ‘è più da discutere su questo, ormai lo dicono anche da Fazio.

Ora torniamo alle mascherine.
Le mascherine per le persone sane non servono a niente», diceva il 25 febbraio Walter Ricciardi, nella sua prima uscita pubblica da consulente del Ministero della Sanità.
Successivamente, ad ottobre 2020 c’è stata l’inversione a U.
Da inutili a obbligatorie anche all’aperto, il cambio di rotta sulle mascherine.

Il livello di rincoglionimento / disorientamento assoluto e totale di una parte della popolazione è sintetizzato in questo video in cui una signora , all’aperto, mangia, e tra un boccone e l’altro mette e toglie la mascherina.
Anzi, tra una mascherina e l’altra mette un boccone.
Dicevamo dell’inversione a U.
Cambiare idea è assolutamente lecito, ci mancherebbe.
Ma questa giravolta è frutto di nuovi studi?
Il 13 luglio 2020 Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore generale dell’OMS ha dichiarato, più o meno, che la nostra vita non tornerà alla normalità in tempi brevi e che anzi le cose possono peggiorare se i governi non invitano i cittadini a seguire le raccomandazioni base e i consigli sulla salute: per esempio “lavarsi le mani e indossare le mascherine”.
Bene.
Tedros Adhanom è il Direttore generale dell’OMS.
Linko un documento dell’OMS datato 5 giugno 2020, quindi appena un mese prima delle dichiarazioni di Ghebreyesus.
Il titolo è “Consigli sull’uso delle mascherine nel contesto Covid-19”
Io l’ho letto e la conclusione – definitiva – del documento è che “non c’è alcuna prova che il mascherarsi sempre ed indistintamente sia efficace contro le malattie respiratorie”.
Come tutti sappiamo (e vediamo) la maggior parte delle persone utilizza le cosiddette mascherine chirurgiche e qualcuno indossa mascherine di stoffa, fatte in casa.
Nel documento dell’OMS si legge chiaramente: “Le meta-analisi nelle revisioni sistematiche della letteratura hanno riferito che l’uso di respiratori N95 rispetto all’uso di maschere mediche (per maschere mediche il report OMS intende quelle chirurgiche e per respiratori quelle con respiratore tipo FFP2, FFP3, N95 ecc.) non è associato ad alcun rischio statisticamente più basso degli esiti delle malattie respiratorie cliniche o confermato in laboratorio in infezioni influenzali o virali.”
Non so se è chiaro.
Se nemmeno l’uso di una mascherina di N95 riduce il rischio, immagino quella chirurgica.
Sempre dallo stesso documento dell’OMS si evince che, nell’utilizzare una mascherina, bisognerebbe seguire dei protocolli rigorosissimi, altrimenti si rischia di annullarne il già inesistente effetto.
La mascherina, infatti, andrebbe immediatamente cambiata se danneggiata, sporca o semplicemente bagnata; non deve essere mai spostata sul viso, per nessun motivo, e se ciò accade, deve essere rimossa e sostituita.
Quindi, assodato che non è dimostrata alcuna efficacia delle mascherine, quanti di quelli che la indossano seguono pedissequamente questo rigido protocollo?
Ma attenzione perché poi si passa al vero delirio.
Il documento dell’OMS dice che il personale che non lavora in aree cliniche non ha bisogno di utilizzare una mascherina medica durante le attività di routine.
Per esempio il personale amministrativo.
Ora mi chiedo: ma se già il personale amministrativo di un ospedale non ha necessità di indossare mascherine, per quale assurda ragione dovrebbe indossarla una persona sana mentre passeggia all’aperto?
Non c’è nessuna evidenza scientifica che dimostri l’utilità di una mascherina nel ridurre il rischio di infezione, nemmeno utilizzando le mascherine N95.

In realtà, però, un motivo per indossarla c’è.
E lo dice l’OMS sempre nello stesso report.
I benefici dell’indossare la mascherina.
- La riduzione della stigmatizzazione potenziale degli individui che indossano mascherine per evitare di infettare gli altri o di persone che si prendono cura di pazienti con Covid”.
Capito? Devi indossare la mascherina per far finta di prenderti cura degli altri ed evitare che la gente ti insulti se non la porti dandoti dell’untore.
- Far sentire alle persone che possono svolgere un ruolo nel contribuire a fermare la diffusione del virus.
Insomma, con la mascherina stiamo facendo qualcosa, al contempo mostrandoci carini e coccolosi.
Cosa c’è di scientifico in tutto questo?
Risposta: nulla.
La scienza NON ha ancora provato che indossare una mascherina (di certo non la banale chirurgica, tanto meno quella di stoffa, ma neanche la N95) sia strumento efficace per il contenimento virale.
Punto.
Ma c’è un’ultima perla:
Le maschere di stoffa, come detto, non servono. Tuttavia, per l’OMS ci possono essere anche potenziali benefici socio economici: “incoraggiare il pubblico a creare le proprie mascherine in tessuto può promuovere l’impresa individuale e l’integrazione della comunità.”
Inoltre, la produzione di mascherine non mediche può offrire una fonte di reddito per coloro che sono in grado di fabbricare maschere all’interno delle loro comunità.
Infine, Le maschere di tessuto possono anche essere una forma di “espressione culturale” incoraggiando l’accettazione pubblica delle misure di protezione in generale”.
Cosa ha a che fare tutto questo, dal punto di vista scientifico, con la riduzione delle infezioni?
Non finisce qui.
Emerging Infectious Diseases, la rivista del CDC – Centers for Disease Control and Prevention – nel maggio 2020 ha pubblicato un documento nel quale vengono analizzate le prove sull’efficacia delle misure di protezione personale non farmaceutiche (cioè il lavaggio delle mani e l’uso delle mascherine) in ambiente non sanitario.
Risultato:
“Although mechanistic studies support the potential effect of hand hygiene or face masks, evidence from 14 randomized controlled trials of these measures did not support a substantial effect on transmission of laboratory-confirmed influenza“
Te lo traduco:
“Sebbene gli studi meccanicistici supportino il potenziale effetto dell’igiene delle mani o delle maschere facciali, le prove di 14 studi randomizzati controllati di queste misure non supportano un effetto sostanziale sulla trasmissione dell’influenza confermata in laboratorio”.
Nella sezione del documento “maschere per il viso”, si legge:
“In our systematic review, we identified 10 RCTs that reported estimates of the effectiveness of face masks in reducing laboratory-confirmed influenza virus infections in the community from literature published during 1946–July 27, 2018. In pooled analysis, we found no significant reduction in influenza transmission with the use of face masks“.
Questo te lo traduci tu, ma mi sembra chiarissimo.
Infine, nella sezione “Discussione” c’è scritto: “In this review, we did not find evidence to support a protective effect of personal protective measures or environmental measures in reducing influenza transmission.”
In conclusione, indossare una mascherina non serve quasi a nulla nemmeno nei contesti più a rischio.
Indossarla sempre – come predica qualcuno – è una assoluta idiozia, proferita per non so bene quali motivi.
Dimenticavo! il British Medical Journal, quindi non Pregliasco o Galli o altri TV-irologi ha pubblicato un paper il cui titolo è tutto un programma:
Covid-19: Important potential side effects of wearing face masks that we should bear in mind.
Te lo devo tradurre?
Tra gli effetti collaterali dell’uso prolungato ed indiscriminato delle mascherine c’è questo simpaticissimo.
Face masks make breathing more difficult. Moreover, a fraction of carbon dioxide previously exhaled is inhaled at each respiratory cycle. Those phenomena increase breathing frequency and deepness, and they may worsen the burden of covid-19 if infected people wearing masks spread more contaminated air. This may also worsen the clinical condition of infected people if the enhanced breathing pushes the viral load down into their lungs.
Non è fantastico?
Magari hai contratto il Covid con una bassissima carica virale, ma respirando nella mascherina rischi di peggiorare il tuo stato perché continui a respirare la tua stessa aria infetta.
Mi hanno fatto notare questo studio svolto in Danimarca tra aprile e maggio 2020, dicendomi che ottiene risultati diversi.
Sarà vero?
Si tratta di uno studio in cui a 3030 persone è stato raccomandato l’uso delle mascherine e a 2994 no. Di queste 6024 persone, solo 4862 hanno completato lo studio. Sui 3030 che hanno detto di aver indossato le mascheinre, 42 hanno contratto il covid, mentre tra i 2994 che dicono di non averla indossata, 53.
La differenza è dello 0.3%, statisticamente irrilevante.
Non solo.
Lo studio stesso parla di risultati inconcludenti, di dati mancanti o sballati: “Inconclusive results, missing data, variable adherence, patient-reported findings on home tests, no blinding, and no assessment of whether masks could decrease disease transmission from mask wearers to others.”
E conclude così:
The recommendation to wear surgical masks to supplement other public health measures did not reduce the SARS-CoV-2 infection rate among wearers by more than 50% in a community with modest infection rates, some degree of social distancing, and uncommon general mask use. The data were compatible with lesser degrees of self-protection.
Come immaginavo i miei lettori sono magnifici e mi hanno segnalato un altro studio, importantissimo per due motivi.
Primo perché si tratta di uno studio randomizzato.
Secondo perché è del 2015, è quindi non può aver influenze politiche relative al Covid 2019.
Lo studio si trova sul British Medical Journal, non su Donna Moderna o su La Stampa.
Lo studio ha analizzato tre gruppi per complessivi 1607 operatori sanitari che erano quotidianamente a contatto con una media di 36 pazienti al giorno.
Il primo gruppo indossava mascherine di stoffa;
Il secondo gruppo mascherine chirurgiche;
Il terzo gruppo non indossava nulla.
Le conclusioni sono nette:
This study is the first RCT of cloth masks, and the results caution against the use of cloth masks. This is an important finding to inform occupational health and safety. Moisture retention, reuse of cloth masks and poor filtration may result in increased risk of infection. Further research is needed to inform the widespread use of cloth masks globally. However, as a precautionary measure, cloth masks should not be recommended for HCWs, particularly in high-risk situations, and guidelines need to be updated.
Ed anche:
“There was no significant difference between the medical mask and control arms. Hand washing was significantly protective against laboratory-confirmed viral infection”.
Non sai che significa? Clicca qui.
Concludo con questo maestoso post tratto dalla pagina “Pillole di Ottimismo“, gestita da scienziati, epidemiologi e statistici di fama mondiale.
Ti consiglio di leggerlo tutto, ma io estraggo solo un passaggio:
Persino negli studi condotti nelle famiglie con un membro infetto, quando in casa tutti, compresa la persona infettata, usavano la mascherina, non si è riscontrata una riduzione statisticamente significativa della probabilità che un altro membro della famiglia si ammalasse
Follow the Money, diceva quel tale.
Mi raccomando, tossite nel gomito